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Mandarin compra Rondine Group - Nasce un polo ceramico da 200 milioni


Mancano le firme ma la trattativa del fondo di private equity Mandarin Capital Partners per rilevare, attraverso la holding Italcer, il 100% di Rondine Group, sembra alle battute finali attraverso lo storico marchio ceramico di Rubiera, nel versante reggiano del distretto di Sassuolo, Italcer salirà nella top ten dei player della ceramica italiana, con oltre 100 milioni di euro di fatturato.

L’operazione infatti permette in un colpo solo a Italcer di raddoppiare le dimensioni e di fare forma al disegno che ha portato al suo debutto, appena 16 mesi fa: creare un polo di lusso nel settore della ceramica 100% made in italy da quotare in borsa entro il 2020. In un comparto quello ceramico nazionale concentrato per l’80% sulla via Emilia- 422 mln di mq di piastrelle prodotte nel 2017- molto dinamico in termini di qualità e innovazioni, ma assai statico in termini di assetti proprietari e finanziari, salvo poche eccezioni: Marazzi rilevato dal colosso mondiale Mohawk e recentemente l’entrata dei fondi QuattroR in ceramiche Ricchetti e di Capital for Progress 2 in ABK, Spac per arrivare al listino milanese. Rondine Group ha chiuso il 2017 con 108 milioni di euro di fatturato e 14, 5 milioni di utile, con un team di 291 dipendenti tra le tre fabbriche di Rubiera, specializzata in gress porcellanato; quella di Vetto sede della Sadon acquisita nel 2010 è leader nei battiscopa; e quella di Sassuolo di Spray Dry, il più importante produttore di atomizzato del comprensorio ceramico sassolese.

Rondine è l’asso che si aggiunge al tris di carte già in mano a Italcer , creata nella primavera 2017 dal fondatore di Mandarin Capital Partners II, Alberto Forchielli, e da Graziano Verdi, ex presidente e CEO di Iris-Granitifiandre che ha fatto la storia del distretto sassolese portando per primo in Vorsa la sua azienda. “Erano anni che i fondi mi corteggiavano, in almeno una decina si sono fatti avanti, ma ho scelto Italcer perché credo sia oggi la migliore azienda del distretto e Verdi il miglior manager del settore”, afferma Lauro Giacobazzi, dal 1997 alla guida di Rondine Geoup, allora in amministrazione controllata ma che da cinque anni è costretto a dividere proprietà e gestione al 50% con i turchi di Seramiksan, uno dei maggiori produttori di ceramica in Anatolia, subentrato nel 2013 al fondo di private quity Progressio Sgr. “Viviamo da allora una situazione di totale stallo aziendale e passo più tempo in tribunale che in azienda per le continue cause dei soci turchi che non vogliono investire”, spiega Giacobazzi. L’impossibilità di portare avanti i piani di investimento non ha però impedito a Rondine Group di recuperare nel giro di cinque anni tutte le produzioni perse dopo l’annus horribilis: da allora il fatturato è più che raddoppiato e due mesi di due diligence avviata con il fondo Mandarin hanno confermato correttezza e salute. “È ormai due anni che stiamo trattando con Italcer e più volte negli ultimi mesi sembravamo ad un passo dalla firma e poi a un passo dalla rottura finale, tutto è reso difficile dal fatto che si tratta di un contratto a tre gambe”, aggiunge il presidente e ad di Rondine Group. Italcer, dal canto suo, non ha mai fatto segreto dell’intenzione di acquisire nel distretto di Sassuolo un protagonista di spessore che potesse avvicinare in tempi rapidi il traguardo dei 300 milioni di fatturato e la Borsa. Lo avevo ribadito anche un anno fa, quando è stato finalizzato l’accordo per rilevare l’azienda fiorentina Devon&Devon, tra i leader mondiali dell’arredo bagno di lusso proprietà della famiglia Tanini. Terza tappa della campagna acquisti di Italcer nel giro di 16 mesi: la holding, aveva acquisito nel maggio 2017 la romagnola La Fabbrica ceramiche di Castel Bolognese, specializzata in pavimenti e rivestimenti ceramici e , nell’agosto dello stesso anno, il 100% di Elios Ceramica, marchio di Fiorano Modenese, specializzato in ceramica artistica e produzioni eccellenza artigianale.

Sole 24ore

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